venerdì 13 dicembre 2024

Cosa succede se al Referendum sull’Autonomia passa l’abrogazione: lo spiega il costituzionalista Celotto

 Cosa succede se al Referendum sull'Autonomia passa l'abrogazione: lo spiega il costituzionalista Celotto (fanpage.it)

La decisione della Corte di Cassazione sul referendum contro l'Autonomia differenziata è stato un passaggio importante. Nonostante le incertezze che alcuni giuristi avevano sollevato, la Cassazione ha stabilito che il quesito resta valido, e quindi si può andare a votare. Ora, però, resta un ‘ostacolo' per chi promuove il referendum: la Corte costituzionale, che deve dare l'ultima approvazione. Fanpage.it ha intervistato Alfonso Celotto, professore ordinario di Diritto costituzionale alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università Roma tre, per spiegare cosa succede ora. Il punto, ha sottolineato Celotto, è che se il referendum passa questa potrebbe essere la fine dell'Autonomia: il governo non potrebbe ripresentare la riforma fino alla prossima legislatura.

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Si è viva è vegeta la legge creata da Calderoli, ma in questo momento non è affatto applicabile, bisogna aspettare la Corte Costituzionale per la sua decisione.

Dunque c'è molto da aspettare prima che venga legge approvata da tutti.

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Errori giudiziari, il Pd si astiene. Sfogo Tortora: “Fate pietà”. Intanto da Catanzaro spira aria nuova fino al Csm

 Errori giudiziari, il Pd si astiene. Sfogo Tortora: "Fate pietà". Intanto da Catanzaro spira aria nuova fino al Csm (ilriformista.it)

Un insulto ai mille innocenti che ogni anno in Italia finiscono in carcere, e al simbolo di tutti loro, Enzo Tortora, che di ingiustizia è anche morto.
È quel che è accaduto alla commissione giustizia della Camera, chiamata a votare l’istituzione di una giornata che ricordi ogni anno quelle mille vittime nel giorno in cui fu arrestato Enzo Tortora, il 17 giugno. Quello è stato il momento che ha inaugurato, insieme all’ingiustizia, il circo mediatico-giudiziario. Con il giornalista-presentatore buttato in pasto ai fotografi, sgomento, in manette. Un insulto che ha visto sottobraccio ancora una volta le forche di sinistra con il sindacato delle toghe (che notizia! sic.).
Così, ventiquattro ore dopo che nessun esponente del Pd – dopo il voto di astensione – si era degnato neppure di farle una telefonata, Gaia Tortora fa sentire la propria voce, alta e piena di dignità. “Toglietevi il nome di mio padre dalla bocca”, ingiunge ai compagnucci. Certo, il Pd è il Pd, butta lì, “loro sono il Pd e al massimo la principale preoccupazione è non dare troppo fastidio a certa magistratura”. Non fa il nome del deputato Federico Gianassi che si è assunto l’onere di spiegare la posizione del proprio partito e i rifiuti di un voto positivo all’istituzione del giorno del ricordo, nella data dello sfregio a Tortora, con argomenti assurdi anche dal punto di vista tecnico-giuridico.

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Io concordo con un giorno dedicato a tutti quelli innocenti che per un reato non commesso vanno in carcere. E' dovrebbe portare a pieno titolo a Enzo Tortora  ancora ricordo quella scena che dopo sver fatto irruzione a casa Tortora usciva dal portone ammanettato è spintonato dagli agenti di polizia. In carcere sul dicitur senza una prova effettiva contro Tortora .........qualsiasi condanna va data solo se C'è l'assoluta certezza di aver commesso il reato ..........nessuna prova contro Tortora solo dicitur.

Ma non pensate che nel processo civile non vi siano vittime ............anche nel civile vi sono molte ingiustizie.

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